Tutto là fuori era cambiato. La gente non era più quella di prima. C’era diffidenza. Non era strano che gli sguardi fossero sfuggenti e se cercavi il volto di qualcuno per coglierne l’espressione, vederne il colore degli occhi o peggio se c’era in lui o lei un sorriso, o meno, venivi visto con sospetto. Eri squadrato dalla testa ai piedi. C’era paura. Tanti pensavano che non eri sincero. Che avevi un secondo fine e tutt’altro che nobile. La disoccupazione ormai dilagava. Il mostro, il Covid-19 aveva lasciato troppi, molti, con le spalle scoperte. O per meglio dire. Con il culo per terra. C’era paura. A me erano rimaste poche cartucce. Davvero non sapevo come avrei fatto se avessi dovuto usarle e in poco tempo. Reperirle non era facile. Anzi ognuna di quelle era per me una sicurezza. Con quella potevo difendermi o semplicemente offendere. Dovevo prestare la massima attenzione. Il caso e l’oggetto lo richiedevano. Impensabile quindi era di portarsele a presso. I controlli erano frequenti e non potevo permettermi di farmi trovare in loro possesso. Sarebbe stata una prova di grande mancanza nei confronti di questo nostro stato. La dimostrazione palese di un senso d’insicurezza. E lo stato questo non lo permetteva. Mai avrebbe esso accettato uno sbaglio. Sarebbe stata la fine.
Una rivoluzione sarebbe seguita e molti non avrebbero più dovuto occuparsi del posto di lavoro se era davvero così fisso, solido, traballante o instabile, ma solo della vita. Erano davvero pochi grammi. Anzi un solo singolo grammo per l’esattezza, ma avrebbe potuto fare la differenza. Dovevi prestare attenzione a come la usavi. Essa avrebbe potuto fare la differenza fra trasformarti in un eroe oppure in un martire. Dovevi mostrarle rispetto. Il rispetto che si deve a una donna con un forte carattere che sa diventare bestia quando a lei serve oppure dolce e tenera amante che si lascia dolcemente toccare quando viene rispettata.
Sentirmela in mano mi dava sicurezza. Mi piaceva giocarci con quella cartuccia. Farmela passare da una mano all’altra. Toccarne la superficie col pollice e si, come si fa nei film, mettere l’una accanto all’altra sul piano di un tavolo. Un ragionamento malato forse. Ma restarne senza non sarebbe stato sano. Anzi. Sarebbe stato pericoloso. C’era un potenziale in quei pochi grammi. Un potenziale che si riduceva a tuo vantaggio se lo sapevi usare, totalmente contro se non avevi idea di quello che stavi facendo. Anzi poteva far davvero male, se non uccidere. Mi ero detto che, alla fine erano solo semplici pezzi di plastica con al loro interno una materia che solo il corso del tempo e lo sforzo dell’uomo aveva reso stabile. Non avevo mai avuto un motivo serio per usarle salvo per esercitarmi. Ma forse ora era diverso. Averne maggior consapevolezza mi avrebbe aiutato. Anche oggi. Ora più che mai decisi quindi che avrei lasciato le mie Royal-blue nel cassetto e per andare al lavoro avrei infilato nello zaino la più pratica, ma non per questo meno efficace, Bic Crystal.